Foce del Fiume Irminio
Tipologia sito: ZSC – Zona Speciale di Conservazione
Codice: ITA080001 – Ettari: 189
Descrizione:
Il sito si caratterizza per un significativo esempio di macchia-foresta a Ginepro e Lentisco su cordone dunale e vegetazione ripariale lungo il tratto finale del fiume
Irminio. Esso ricade entro il territorio dei Comuni di Ragusa e Scicli.Il clima dell’area è Termomediterraneo inferiore secco inferiore secondo il criterio di Rivas
Martinez adattato alla Sicilia da Brullo & al. (1996).Analiticamente esso è suddiviso in vari habitat.1)Un parte di estensione considerevole è costituita dal cordone
dunale generato nel corso del tempo dalle sabbie trasportate dal fiume Irminio, che qui ha il suo estuario. Tale cordone nella parte guardante il mare è coperto da
formazioni a Juniperus oxycedrus subsp. macrocarpa (Ephedro-Juniperetum macrocarpae Bartolo, Brullo & Marcenò 1982, riferibile alla codifica 2250), mentre
nella parte di entroterra è coperto da una macchia a Pistacia lentiscus, Ephedra fragilis e Lycium intricatum, con individui sparsi di Myrtus communis e pertanto a
lieve incidenza sul paesaggio vegetale [Myrto-Pistacietum lentisci (Molinier 1954 em. O. Bolós 1962) Rivas Martinez 1975 + Ephedro-Pistacietum lentisci Brullo,
Guarino & Ronsisvalle 1998, associazioni entrambe afferenti alla Quercetea ilicis Br. Bl. (1936) 1947, e tendenti al Quercetum ilicis climax rappresentato qui sub
codifica 9340].2)Una seconda parte è data dalle sede dell’antico acquitrinio retrodunale (facente parte delle ben più estese paludi dette dei “Mazzarelli”), oggi
prosciugata e recante formazioni a mosaico, tuttora in evoluzione, contrassegnati dalla dominanza di varie facies del Pistacietum lentisci.3)Una terza parte è data
dal tratto ovest (fuori duna) caratterizzata dalla presenza sia di Palmetto (Chamaerops humilis) che di Retama raetam subsp. gussonei (afferenti entrambe le
formazioni alla codifica 5330).4)Una quarta parte caratterizzata da dune allo stato embrionale (maggiormente sviluppata lungo la linea di costa lato est) e
caratterizzata dalla presenza di Atriplex tornabenii, Elymus farctus, Eryngium maritimum, Cakile maritima, Elymus farctus, Pancratium maritimum (afferente alla
codifica 2110).5)Una quinta parte caratterizzata dal retroduna mesofilo delle dune allo stato embrionale (maggiormente sviluppata lungo la linea di costa lato est)
e caratterizzata dalla presenza di Limonium virgatum, Elymus athericus (Link) Kerguélen, Aeluropus littoralis (Gouan) Parl., Juncus acutus (afferente alla codifica
1410).6)Una sesta parte caratterizzata da boschi ripari a galleria (afferente alla codifica 92A0) dominati da Salix alba, Populus nigra e da liane (prevalentemente
dovute a Clematis vitalba). Queste formazioni si snodano lungo il corso delle acque del fiume Irminio.7)Una settima parte caratterizzata da formazioni con
Calicotome infesta e Rhus tripartita (Calicotomo-Rhoetum tripartitae Bartolo, Brullo & Marcenò 1982, dell’ordine Oleo-Ceratonion e riconducibile alla codifica
5330) ubicata sul lato sinistro del corso del Fiume Irminio, su terreni in pendio e fortemente ciottolosi.8)Una parte in Contrada Maulli occupata in parte da gariga a
dominanza di Phagnalon rupestre e in parte da formazioni su rocce calcareo-arenacee.9)Infine una nona parte caratterizzata da coltivazioni di recente impianto a
Vitis vinifera, ubicata sul lato nord-est del sito.
Il sito conserva una macchia foresta a Ginepro marittimo e Lentisco su cordoni dunali, che rappresenta una eccezionale testimonianza della vegetazione e del
paesaggio che un tempo caratterizzavano e connotavano le coste sabbiose della Sicilia meridionale. Tali aspetti, ormai quasi del tutto scomparsi, rivestono una
notevole importanza scientifica, per le numerose piante ed animali legati ed adattati agli ambienti psammici, dunali e retrodunali, che risultano in pericolo di
estinzione in relazione alla scomparsa e/o alla rarefazione dei loro habitat elettivi, determinata dalla urbanizzazione e dalla massiccia utilizzazione delle spiagge
per la balneazione e più in generale a scopi turistici. Negli ultimi secoli e prevalentemente nel corso del XX secolo le dune di estuario sono state dappertutto, o
spianate o liberate dalla copertura vegetale (a scopi sia agricoli che urbanistici – case e villette al mare), talché la Duna dell’Irminio è rimasta un caso pressoché
unico (è presente analogo cordone dunale anche a Vendicari, ma con facies distinta). La Duna dell’Irminio possiede valori che ne impongono la conservazione
per i seguenti motivi: a) in quanto è l’esempio vivente della direzione da seguire nei processi di ricostituzione della naturalità, laddove questa ricostituzione si
riveli necessaria alla conservazione delle risorse naturali (suolo, falde acquifere, etc.) o al loro ripristino; b) è l’optimum tra gli habitat per specie rare o peculiari
assolutamente da conservare ai fini di contribuire al mantenimento della biodiversità a livello globale [Juniperus oxycedrus subsp. macrocarpa (Sm.) Ball, Lycium
intricatum Boiss., Asparagus horridus L. in Murray, Launaea fragilis (Asso) Pau, Ephedra fragilis Desf., Retama raetam subsp. gussonei (Webb) Greuter,
Phillyrea latifolia L., Rhus tripartita (Ucria) Grande, Rhus pentaphylla (Jacq.) Desf.].Alcune zone sul lato W del SIC (condivise con aree di tipologia A della
Riserva Biogenetica “Foce Irminio” e ubicate in contrada Maulli), con morfologia di dune allo stato embrionale (afferente alla codifica 2110), sono di grande
interesse naturalistico. Importanti a questo riguardo sono le specie Atriplex halimus L., Echium arenarium Guss., Launaea resedifolia (L.) O. Kuntze, Otanthus
maritimus (L.) Hoffmanns. et Link, Senecio glaucus L. subsp. hyblaeus Brullo. Esse, che si estendono anche al di fuori dal SIC (ma ricadono entro la Riserva)
suggeriscono che sarebbe auspicabile che entrassero a far parte di un futuro SIC riperimetrato, in modo da portare SIC e Riserva naturale ad avere perimetri
coincidenti. Le formazioni su roccia arenaceo-calcarea, ricadenti entro il SIC ed entro la zona A della Riserva di Contrada Maulli e le formazioni portanti caratteri
di gariga sono ricche sia di rarità che di endemismi. Importanti in questo tratto di area le seguenti specie: Biscutella maritima Ten. (Endemica), Calendula
arvensis subsp. bicolor (Raf.) Nyman, Calendula suffruticosa Vahl (Endemica), Desmazeria pignattii Brullo et Pavone (Endemica), Euphorbia peploides Gouan,
Evax asterisciflora (Lam.) Pers., Launaea resedifolia (L.) O. Kuntze, Orchis collina Solander, Romulea columnae Seb. et Mauri, Senecio glaucus L. subsp.
hyblaeus Brullo (Endemica), Catapodium pauciflorum (Merino) Brullo, G. Giusso del Galdo, P. Minissale & Spamp.La gariga di cui si è detto presenta a sua volta
consistenti valori naturalistici. Si tratta di una gariga mediamente evoluta come testimoniato dalla presenza di Phagnalon rupestre, Biscutella maritima, Calendula
arvensis subsp. bicolor, Senecio glaucus L. subsp. hyblaeus, Orchis collina, Cachrys sicula, Ajuga iva, Sulla capitata, Hyoseris scabra, Thymelaea hirsuta,
Phillyrea angustifolia, Pistacia lentiscus. La presenza di queste due ultime specie indica che la formazione è qualcosa di più di una gariga (degradata da evidenti
segni di disturbo), e che essa potrebbe facilmente evolvere a macchia mediterranea solo che i disturbi fossero attenuati. In ogni caso la gariga costì insediata
possiede quei valori comuni a tutte le garighe derivanti dall’essere esse formazioni tipiche e specifiche dell’area mediterranea (inesistenti in altre aree
biogeografiche del mondo). La gariga di Contrada Maulli a differenza delle altre ben più comuni (derivanti da dilavamento di terre rosse o di formazioni
pedologiche a buon contenuto sabbioso e ricche di calcio) generalmente collocate, a causa di tale dilavamento, su substrato acido e dominate appunto da Cistus
sp. pl., è una formazione di gariga estremamente rara in quanto insediata su substrati pedologici limosi e alluviali in genere. In essa come si può osservare da
una semplice prospezione mancano assolutamente i Cistus sp. pl. e qualsiasi altra specie di habitat su substrato acido. È per questo motivo che detta gariga ha
un considerevole valore naturalistico.Il sito include anche il tratto terminale del fiume Irminio e la sua foce, che ospita una ricca ed articolata fauna vertebrata.
Funge infatti da area di sosta e riposo di molte specie di Uccelli migratori, ospita significative popolazioni della Testuggine palustre e del Colubro leopardiano e
può annoverare una ricca ittiofauna, con specie meritevoli della massima tutela in relazione alla loro relativa rarità. Anche la fauna invertebrata si presenta ricca
ed articolata in relazione alla elevata eterogeneità ambientale che caratterizza il sito. E’ possibile riscontrare specie endemiche o rare fra la fauna dulcacquicola,
riparia, psammmofila e floricola.
Fonte: Ministero dell’Ambiente Formulario Natura 2000
Dati ministeriali: Mappa Ministeriale Formulario Natura 2000
Inserimento scheda: Ignazio Caloggero
Foto: web
Contributi informativi: Ignazio Caloggero, Regione Sicilia
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