Festino di San Silvestro
Inserimento scheda: Heritage Sicilia
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Scheda tecnica elaborata da: Regione Sicilia – Dipartimento dei beni culturali e dell’identità siciliana – CRicd: Centro regionale per l’inventario, la catalogazione e la documentazione e filmoteca regionale siciliana
Pellegrinaggio e processione-corteo dei ddarara: dal venerdì dell’ultima domenica di Maggio fino all’ultima domenica di Maggio.
Processione della vara: sabato precedente la prima domenica del mese di Giugno.
La Cubbaita: la prima domenica di Giugno.
Il pellegrinaggio e la processione si ripetono per due settimane successive con modalità lievemente diverse. Il primo pellegrinaggio, quello dei ramara (ossia portatori di rami), si svolge a piedi; il secondo, quello degli ddarara (portatori di ddauru, alloro), viene invece percorso a dorso di muli e cavalli.
Giovedì sera i ramara si radunano nella piazza antistante la chiesa di San Silvestro e, salutati da una grande folla, partono alla volta del luogo di raccolta della pianta cara al Santo, sita nei pressi del paese di San Fratello, distante da Troina diverse decine di chilometri. La lunga teoria di fedeli, preceduta da due suonatori di tamburo provenienti dal vicino paese di Cerami, procede levando canti devoti, lamenti e nuveni, mentre i più anziani intonano le cosiddette struffiati.
Alle prime luci dell’alba del giorno seguente, i pellegrini giungono in una radura dove impiantano un campo base. Dopo essersi riposati e rifocillati, i più dotati fisicamente, selezionati a seguito di una conta, si avventurano con funi e bastoni nel fondo della valle alla ricerca dell’alloro, accompagnati da uno dei tamburini, che si scambia messaggi sonori con l’altro rimasto nel campo. Ultimata la raccolta i tuccaturi u ddauru si avviano presso il campo.
All’alba dell’indomani, esattamente il sabato, i pellegrini ripartono in direzione di Troina, recando ognuno il proprio ramo in mano e secondo l’ordine di anzianità dei partecipanti. In prossimità del ponte Faidda,sul fiume Troina, la popolazione accoglie i fedeli di ritorno dai boschi con un rituale scambio di doni: i ramara offrono i ramoscelli di alloro raccolto in cambio dei cibi votivi, detti prumisioni, che consistono in una sorta di biscotti detti anche ambasciateddi e curuzzi.
La domenica mattina i ramara si trovano al Piano delle Giumente per dare vita alla processione dei rami, scandita dalla giaculatoria “Viva Ddiu e San Silvestru, e lu Patriarca San Ciuseppi, e lu Santissimu sacramentu”. Giunti nella chiesa di San Silvestro i ramara “presentano” il viaggio al Patrono e, terminata la funzione religiosa, accompagnano in processione il vessillo del Santo alla casa del Procuratore della confraternita, detto u massaru.
Simile, nei suoi momenti essenziali, è il pellegrinaggio dei ddarara, che ha inizio il venerdì successivo alla processione dei ramara.
A differenza dei primi, i ddarara si recano in pellegrinaggio a dorso di muli e cavalli in un bosco nei pressi della città di Capizzi. Raggiunto il luogo della raccolta, un gruppo si reca a piedi a tuccari u ddauru. Raccolto l’alloro ci si ritrova tutti al campo a bere e mangiare. Il gruppo riparte il giorno successivo, la mattina presto del sabato, e, nel primo pomeriggio, i cavalieri e il loro carico giungono, come i ramara, in prossimità del ponte Faidda, sul fiume Troina, dove la popolazione li accoglie con le prumisioni.
L’indomani, domenica, alle ore 10:00, i cavalieri si radunano presso il Piano delle Giumente con le loro cavalcature bardate a festa con giummi, sonaglietti e fascioni decorati con l’immagine del Santo. La processione inizia verso le 10:30 e il corteo si dispone in maniera ordinata. Caratteristica è la presenza di un nutrito gruppo di bambine con la camicetta bianca e il fazzoletto rosso dei ddarara, che si sistema su due file. L’introduzione delle giovinette nel corteo è relativamente recente.
Il percorso processionale è identico a quello della domenica precedente. Giunti alla chiesa di San Silvestro, accolti da un festante scampanio, tutti i partecipanti al rito entrano in chiesa e portano a termine il percorso già descritto, offrendo il ramo al Santo.
Il sabato precedente e la prima domenica di giugno si svolge la processione con le reliquie di San Silvestro. Il tutto prende avvio dalla Chiesa Madre alla Chiesa di San Silvestro (la discesa). La vara settecentesca, portata in processione, è ricoperta di lamine d’argento, mentre il simulacro del Patrono lo raffigura nell’atto di benedire.
La prima domenica di giugno si svolge la cosidetta “Cubbaita“, una cavalcata storica che rievoca l’entrata a Troina di Carlo V nel 1535. Le prime edizioni della manifestazione risalirebbero, pertanto, a più di quattro secoli fa.
Un gruppo di cavalieri in costumi spagnoleggianti aprono il corteo e precedono i tre protagonisti della cavalcata: tre cavalieri vestiti con ricchi costumi cinquecenteschi e su cavalli bardati finemente. I tre personaggi vestono un costume identico, differente solo nella colorazione dell’abito: uno è rosso-granato, uno blu e uno verde.
Ogni cavaliere porta con sé una bisaccia piena di torroni e dolciumi, che verranno successivamente distribuiti alla folla di partecipanti.
Il Festino si conclude con la processione della reliquia e della statua (la salita), che segue il percorso inverso dalla Chiesa di San Silvestro alla Chiesa Madre.
Nella chiesa di San Silvestro, in una cappelletta a forma di cripta, è riposta la tomba del Santo ricoperta da una lastra di alabastro bianco scolpita a tutto rilievo. L’opera è attribuita alla scuola del Gagini (1420-1492) e ritrae San Silvestro con pollici e piedi legati come da usanza monastica.