Festa di San Giuseppe a Poggioreale
Descrizione
Festa di San Giuseppe a Poggioreale
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Scheda tecnica elaborata da: Regione Sicilia – Dipartimento dei beni culturali e dell’identità siciliana – CRicd: Centro regionale per l’inventario, la catalogazione e la documentazione e filmoteca regionale siciliana
N. Prog. 102
Bene: Festa di San Giuseppe
Libro: REI – Libro delle celebrazioni
Data approvazione: 16-11-2007
Categoria: Festa/Cerimonia
Provincia: Trapani
Comune: Poggioreale
Denominazione locale: San Giuseppi
Notizie Cronologiche
L’usanza di allestire altari votivi risale al secolo XVIII.
Ricorrenza: Annuale
Data: 18 e 19 Marzo
Occasione: Celebrazioni in onore di San Giuseppe
Funzione: Devozionale
Partecipanti: Devoti, comunità locale, turisti
Descrizione
A Poggioreale, in occasione della festività di San Giuseppe, vengono allestiti degli altari votivi. La famiglia che decide di allestire un altare all’interno della propria abitazione lo fa al fine di chiedere una grazia al Santo o in segno di ringraziamento per una grazia ricevuta.
Benedetti nel pomeriggio del 18 marzo, addossati ad una parete e ricoperti di lenzuola bianche, questiartari si sviluppano attraverso tre, quattro o cinque gradini e ai piedi dell’artaru viene posta una grande tavola piana (a tavulata). Gli altari sono addobbati con alloro, grossi pani rotondi detti cucciddati (ogni pane pesa otto-dieci chili), arance, i tipici squartucciati (sfoglie di pasta ripiena di fichi triturati, modellate secondo varie forme simboliche – cuore, croce, palma, pavone, pesce, giglio nonché il bastone di S. Giuseppe – e artisticamente intagliate con speciali coltellini), pignulati, cannoli, sfinci, cassateddri.
Alla realizzazione di questi straordinari addobbi provvedono le donne del paese, con certosina pazienza e grande abilità.
Secondo la tradizione, in ogni artaru, il numero dei cucciddati non può essere inferiore a tre, in omaggio al numero dei componenti della Sacra Famiglia.
Davanti ciascun altare è posto un tavolo apparecchiato per tre persone, un tempo i tre poverelli componenti la Sacra Famiglia, ai quali viene offerto un pranzo con numerose pietanze, preparate soprattutto con le primizie dei campi. Tale tavolo sarà quindi teatro del momento più solenne e suggestivo: la consumazione del “Pranzo di S. Giuseppe”, a mezzogiorno del 19 marzo. A consumare il pranzo, per tradizione, vengono invitati tre cittadini, scelti tra i più bisognosi. Particolarmente toccante il momento in cui il capo famiglia che ha allestito l’artaru fa lavare le mani agli invitati e con il vino vi imprime il segno della croce e le bacia.
Sempre il 19 marzo per le vie principali del paese sfila la Processione del Patriarca S. Giuseppe, preceduta dal giro della banda musicale e seguita dai giochi pirotecnici.
Bibliografia
Buttitta, Ignazio Emanuele. 1999. Le fiamme dei santi: usi rituali del fuoco nelle feste siciliane. Roma: Meltemi Editore, Collezione “Gli Argonauti”.
Cipriani, Roberto e Luigi, Lombardi Satriani, a cura di. 2013. Il cibo e il sacro. Roma: Armando Editore.
Giallombardo, Fatima. 1990. La festa di San Giuseppe in Sicilia. Palermo: Fondazione Ignazio Buttitta.
Note
Da alcuni anni, per realizzare gli squartucciati si mobilitano anche gli alunni della locale scuola media: un gruppo di giovani studenti frequentano un corso della durata di tre mesi organizzato da alcune associazioni locali in collaborazione con la scuola e con il patrocinio del Comune. A fine corso glisquartucciati realizzati vengono esposti in mostra nei giorni dei festeggiamenti.
Autore Scheda: Paola Barbata
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