Festa della Diavolata ed Angelicata
Descrizione

Festa della Diavolata ed Angelicata

    Bene inserito nel Registro delle Eredità Immateriali di Sicilia (REIS)

 la-diavolata

La mattina di Pasqua per celebrare la resurrezione di Cristo, vengono portati in giro per la città le tre statue del Salvatore con un mantello rosso, della Madonna, vestita di rosa, e dell’Angelo con un abito ricoperto di nastri di seta e coccarde multicolori. La statua di Maria, in cerca del figlio risorto, giunge nella piazza Umberto, e viene posta quasi nascosta fra il colonnato dell’atrio della Chiesa Madre. Separatamente, da vie diverse, giungono affianco della Madonna, le statue dell’Angelo e del Cristo Risorto portate di corsa. Subito dopo mezzogiorno, nella grande piazza, tra il Castello e la Chiesa Madre, un’immensa folla assiste alla rappresentazione della Diavolata, dramma religioso scritto nel 1752 dal poeta adranita Don Anselmo Laudani. Sul palcoscenico, davanti al colonnato della Chiesa Madre, è rappresentata una selva infernale, con al centro un brutto volto diabolico, un sepolcro vuoto e un denso fumo che spunta da sotto. Gli attori di origini adranite, si tramandano da padre in figlio i ruoli. L’opera reca un alto contenuto allegorico: la Crocifissione e la Morte di Cristo hanno riscattato l’umanità dal peccato originale e l’uomo torna a Dio per evitare la dannazione spirituale. I Diavoli, la Morte e Lucifero sono atterriti dall’assenza del corpo del Salvatore nel sepolcro e cercano di convincere l’umanità a restare dannata. L’Arcangelo Gabriele, rappresentante di Dio, interviene sconfiggendo per sempre Lucifero. Segue la seconda parte del dramma, L’Angelicata, dove, alla scena infernale si contrappone quella paradisiaca, in cui Maria incontra il Figlio risorto ed è proclamata Regina del Cielo, tra un coro di angeli e Santi. A conclusione di una spettacolare manifestazione pirotecnica (U sparu), ai piedi del castello normanno, la folla degli spettatori si riversa in P.zza Santa Chiara, dove la rappresentazione de “La Pace”, con le statue in cartapesta di Maria, del Cristo e dell’Angelo, ricorda alla comunità il mistero pasquale. (Fonte testo: Scheda REI Regione Sicilia)

Foto: web

 

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Scheda tecnica elaborata da: Regione Sicilia – Dipartimento dei beni culturali e dell’identità siciliana – CRicd: Centro regionale per l’inventario, la catalogazione e la documentazione e filmoteca regionale siciliana

N. Prog.
164
Bene
Festa della Diavolata ed Angelicata
Libro
REI – Libro delle celebrazioni
Data approvazione
21-02-2013
Categoria
Festa/Cerimonia
Provincia
Catania
Località
 
Comune
Adrano
Denominazione locale
I Diavulazzi i Pasqua
Notizie Cronologiche
La rappresentazione del dramma risale al Settecento, secolo in cui Don Anselmo Laudani redasse l’opera. L’Angelicata, che rappresenta la seconda parte dell’opera, viene messo in scena solo dal 1980.
Ricorrenza
Annuale
Data
Domenica di Pasqua
Occasione
Resurrezione del Cristo Salvatore
Funzione
Devozionale
Attori
I diavoli (Lucifero, capo dei ribelli, Belzebù Signore delle Mosche, Astarot, con le sue 40 legioni), la Morte, l’Umanità e l’Arcangelo Michele.
Partecipanti
Confraternite, devoti, comunità locale, turisti
Descrizione
La mattina di Pasqua per celebrare la resurrezione di Cristo, vengono portati in giro per la città le tre statue del Salvatore con un mantello rosso, della Madonna, vestita di rosa, e dell’Angelo con un abito ricoperto di nastri di seta e coccarde multicolori. La statua di Maria, in cerca del figlio risorto, giunge nella piazza Umberto, e viene posta quasi nascosta fra il colonnato dell’atrio della Chiesa Madre. Separatamente, da vie diverse, giungono affianco della Madonna, le statue dell’Angelo e del Cristo Risorto portate di corsa. Subito dopo mezzogiorno, nella grande piazza, tra il Castello e la Chiesa Madre, un’immensa folla assiste alla rappresentazione della Diavolata, dramma religioso scritto nel 1752 dal poeta adranita Don Anselmo Laudani. Sul palcoscenico, davanti al colonnato della Chiesa Madre, è rappresentata una selva infernale, con al centro un brutto volto diabolico, un sepolcro vuoto e un denso fumo che spunta da sotto. Gli attori di origini adranite, si tramandano da padre in figlio i ruoli. L’opera reca un alto contenuto allegorico: la Crocifissione e la Morte di Cristo hanno riscattato l’umanità dal peccato originale e l’uomo torna a Dio per evitare la dannazione spirituale. I Diavoli, la Morte e Lucifero sono atterriti dall’assenza del corpo del Salvatore nel sepolcro e cercano di convincere l’umanità a restare dannata. L’Arcangelo Gabriele, rappresentante di Dio, interviene sconfiggendo per sempre Lucifero. Segue la seconda parte del dramma, L’Angelicata, dove, alla scena infernale si contrappone quella paradisiaca, in cui Maria incontra il Figlio risorto ed è proclamata Regina del Cielo, tra un coro di angeli e Santi. A conclusione di una spettacolare manifestazione pirotecnica (U sparu), ai piedi del castello normanno, la folla degli spettatori si riversa in P.zza Santa Chiara, dove la rappresentazione de “La Pace”, con le statue in cartapesta di Maria, del Cristo e dell’Angelo, ricorda alla comunità il mistero pasquale.
Bibliografia
Limiti, Mauro. 2000. Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità delle feste popolari in Italia. Roma: Newton & Compton.
Sitografia
La Pasqua nella provincia di Catania [ultima consultazione 28-04-2016]
Filmografia
 
Discografia
 
Note
Il dramma sacro La Resurrezione (1752) è opera del poeta adranita Don Anselmo Laudani. Il testo si compone di due parti: La Diavolata e l’Angelicata che rappresentano rispettivamente le forze del male e del bene che si affrontano per contendersi il potere sulla terra. Secondo l’interpretazione del poeta, i diavoli emergono dalle profonde viscere del vulcano Etna, ritenuto nel passato la bocca dell’inferno.
Autore Scheda
Ester Oddo
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