Festa del Maiorchino
Bene inserito nel Registro delle Eredità Immateriali di Sicilia (REIS)
Durante tutti i pomeriggi delle settimane di Carnevale, il torneo del Maiorchino anima le strade di Novara. Più squadre, composte da tre giocatori ciascuno, si sfidano facendo rotolare le forme di formaggio pecorino locale, denominato Maiorchino, lungo un percorso di circa due chilometri che va da via Duomo (il punto di partenza è denominato cantuea da chiazza) fino a via Bellini e Piano Don Michele (il traguardo è detto a sarva). Il lancio di partenza avviene attraverso la cosiddetta lazzada: uno spago di 1,00-1,20 metri circa, attorcigliato intorno alla forma, viene srotolato con forza dando la spinta necessaria alla forma di formaggio per iniziare il suo percorso. Vince la squadra la cui forma raggiunge per prima il punto di arrivo a parità di lanci (corpi). Il gioco è interessato da un preciso regolamento e da termini dialettali che indicano momenti, azioni (modi ed effetti del lancio), luoghi (tappe del percorso). Durante questa manifestazione, infatti, i partecipanti e il pubblico che assiste e fa il tifo, pronuncia termini ed espressioni tipiche del gioco e del luogo. Si possono citare, ad esempio, alcuni suggerimenti utili per la fase di partenza: strìngila bella fitta, schìccila a màu dritta, lànzila o spìgu da cappillitta, mèttici un giru e menzu i lazzada. La sagra si conclude con una degustazione di prodotti tipici locali, tra cui primeggia, ovviamente, il Maiorchino insieme alla ricotta e alla tuma. Immancabile è, per tradizione, la maccheronataal sugo di carne di maiale con una spolverata abbondante di Maiorchino grattugiato. (Fonte testo: Scheda REI – Regione Sicilia)
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Scheda tecnica elaborata da: Regione Sicilia – Dipartimento dei beni culturali e dell’identità siciliana – CRicd: Centro regionale per l’inventario, la catalogazione e la documentazione e filmoteca regionale siciliana
Giallombardo, Fatima. 2003. La tavola l’altare la strada. Scenari del cibo in Sicilia. Palermo: Sellerio.
La produzione ha le sue origini a Novara di Sicilia, per diffondersi successivamente nelle aree limitrofe quali Fondachelli Fantina, Basicò, Tripi, Mazzarà S. Andrea, Montalbano Elicona e Santa Lucia del Mela (tutte località in provincia di Messina). Prodotto da secoli secondo tecnica tradizionale, il formaggio è costituito da latte ovino e latte di capra (per il 30%), il caglio è in pasta di agnello o di capretto. È riconosciuto come prodotto storico fabbricato tradizionalmente (D.R. 28 dicembre 1998) e rientra nell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali (PAT) stilato dal ministero delle politiche agricole e forestali.