Festa dei Pani (San Biagio e San Giuseppe) - Trapani
Descrizione

Festa dei Pani (San Biagio e San Giuseppe) – Trapani

 

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Scheda tecnica elaborata da: Regione Sicilia – Dipartimento dei beni culturali e dell’identità siciliana – CRicd: Centro regionale per l’inventario, la catalogazione e la documentazione e filmoteca regionale siciliana

Registro Eredità Immateriali

N. Prog. 6
Bene: Festa dei Pani (San Biagio e San Giuseppe)
Libro: REI – Libro delle celebrazioni
Data approvazione: 25-01-2006
Categoria: Festa/Cerimonia
Provincia: Trapani
 
Comune: Salemi
 
 
Ricorrenza: Annuale
Data: 19 Marzo
Occasione: Festa di San Giuseppe
Funzione: Devozionale
Attori: Virgineddi, rappresentanti i componenti della Sacra Famiglia durante la fuga in Egitto; uomini che costruiscono gli altari; donne che preparano i pani votivi e le pietanze.
Partecipanti: Tutta la comunità di Salemi
Descrizione
Elemento peculiare delle celebrazioni sono i cosiddetti altari, allestiti in casa da chi ne ha fatto voto, nonché le cene o cummiti, che si svolgono sotto forma di rappresentazione sacra. Protagonisti del rituale sono tre santi o virgineddi, raffiguranti Gesù Giuseppe e Maria, invitati a partecipare alla mensa secondo modalità cerimoniali. Ai piedi dell’altare sono affiancati tre grandi tavoli da destinare alla mensa pubblica. Tutt’intorno una ricca scenografia vegetale costituita da rami d’alloro palme e mirto. Fra gli elementi decorativi non mancano i tradizionali lavureddi, piatti di semi di grano fatti germogliare al buio e poi esposti durante il banchetto di San Giuseppe. La figurazione dei pani rinvia sicuramente al simbolismo cattolico anche se sono evidenti significati precristiani. Al centro dell’altare è sempre l’ostensorio raggiato circondato da due cuori; più in basso i cosiddetti cucciddati da offrire ai santi e che richiamano il bastone fiorito di San Giuseppe, la palma per la Madonna e la ciambella per il bambino.
Non mancano altre forme derivanti dagli strumenti del mestiere del Santo falegname: tenaglia, sega, martello. Accanto a queste, centinaia di pani dalle più svariate e articolate forme simboliche: sole, luna, aquile e pavoni, volatili, galli e grappoli d’uva, pesci. Ad apertura della primavera, compaiono le primizie: melanzane e finocchi, zucchine, piselli e fave verdi, a queste ultime sono associate una serie di credenze divinatorie. I pani di San Giuseppe assumono valore di offerta primiziale e di ringraziamento, ma rivelano anche chiare funzioni propiziatorie e augurali. Nelle cene si ritrovano infatti tutti gli elementi cultuali delle società agrarie atti a garantire dai rischi impliciti nel rinnovamento periodico della natura.
Bibliografia
Buttitta, Antonino e Antonino Cusumano. 1991. Pane e festa. Tradizioni in Sicilia. Palermo: Edizioni Guida
 
Giallombardo, Fatima. 2009 . Un banchetto per i santi, in «L’incanto del gusto. Le cene di San Giuseppe a Salemi», Rivista semestrale. Anno I, numero I, marzo 2009, fascicolo monografico: 6-37
 
2011. Invitare i Santi. Tavole rituali e sacre rappresentazioni nel Trapanese, in «L’incanto del gusto. San Giuseppe nel Trapanese. Altari e tavole», introduzione di Antonino Buttitta, Rivista semestrale. Anno II, numero II, marzo 2011, fascicolo monografico: 6-40
 
Vibaek, Janne. 2009. Una tradizione recuperata, in «L’incanto del gusto. Le cene di San Giuseppe a Salemi», Rivista semestrale. Anno I, numero I, marzo 2009, fascicolo monografico: 1
 
 
Note

A Salemi si celebra anche la Festa del Pane in occasione dei festeggiamenti di San Biagio, compatrono insieme a San Nicola.

Presso il Castello Normanno Svevo ha luogo il Corteo Storico Rievocativo del Miracolo di San Biagio. Al rullo dei tamburi, tradizione e religiosità popolare si fondono in una singolare sfilata allegorica che, snodandosi per le vie del centro storico, rievoca la liberazione di Salemi dall’invasione delle cavallette ad opera di San Biagio.

Il 3 febbraio di ogni anno i salemitani si recano nell’omonima chiesa, sita nell’antico quartiere del Rabato. Per rendergli omaggio o per sciogliere il voto, preparano dei tradizionali pani votivi, fatti di pasta non lievitata e cotti al forno e chiamati cuddureddi e cavadduzzi. I primi simboleggiano la gola di cui San Biagio è protettore e vengono mangiati per devozione, infatti il santo salvò la vita di un ragazzo che stava morendo soffocato da una lisca di pesce; i cavaduzzi invece ricordano un avvenimento accaduto durante il regno di Carlo V nel 1542, quando, per intercessione del Santo, le campagne salemitane furono liberate da un invasione di sciami di cavallette che distrussero il raccolto e per quell’evento venne eletto compatrono della città di Salemi.

I cavadduzzi assumono le forme più diverse e fantasiose: dai cavallucci marini ad altri animaletti immaginari, dal braccio e dalla del Santo, a quella di bastone decorato su un lato con fiori simbolo della fertilità. I pani della festa di San Biagio sembrano un preludio anticipatorio della “Cena di San Giuseppe” del 19 marzo.

Autore Scheda: Laura Mattaliano
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