Convento dei Cappuccini (Catacombe)
Piazza Cappuccini. Annesso alla Chiesa di S. Maria della Pace detta dei Cappuccini. Eretto insieme alla chiesa nel XVI sec sul luogo della chiesa normanna di S. Maria della Pace. Famoso per il cimitero sotterraneo con oltr 5000 cadaveri mummificati. Le mummie, in piedi o coricate, vestite di tutto punto, sono divise per sesso e categoria sociale, anche se la maggior parte di esse appartengono ai ceti alti, poiché il processo di imbalsamazione era costoso. Nei vari settori si riconoscono: i prelati; commercianti e borghesi nei loro vestiti “della domenica”; ufficiali dell’esercito in uniforme di gala; giovani donne vergini, decedute prima di potersi maritare, vestite col loro abito da sposa; gruppi famigliari disposti in piedi su alte mensole, delimitate da sottili ringhiere simili a balconate; bambini; ecc. Numerose salme appartengono comunque a frati dell’ordine dei Cappuccini stessi, il primo ad essere stato enumato all’interno delle catacombe fu infatti Frate Silvestro Da Gubbio il 16 ottobre del 1599. La sua salma è la prima sulla sinistra subito dopo l’ingresso. Il metodo di imbalsamazione prevedeva prima di tutto di far “scolare” la salma per circa un anno, dopo averle tolti gli organi interni. Quindi il corpo più o meno rinsecchito, veniva lavato con aceto, riempito di paglia, e rivestito con i suoi abiti. Altri metodi, utilizzati specialmente in periodi di epidemie, prevedevano un bagno di arsenico o di acqua di calce. La Mummia più famosa è quella della piccola Rosalia Lombardo, una bimba di due anni circa. A causa di un processo di imbalsamazione scoperto solo nel 2009, a cura del Prof. Alfredo Salafia (lo stesso che imbalsamò Francesco Crispi), la bambina appare intatta (seppur solo per il volto e non per il resto del corpo) destando l’impressione che stia dormendo, tanto da attribuirle il soprannome di “Bella addormentata”. La sua salma, deposta in una piccola bara di cristallo, è visibile nella Cappella di Santa Rosalia in fondo al primo corridoio, sulla sinistra
Inserimento scheda: Ignazio Caloggero
Foto: web
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