Cantori alla Carrettiera
Descrizione

Cantori alla Carrettiera

I carrettieri, durante il percorso per la consegna delle merci, sostavano, per il riposo o per rifocillarsi, neifondaci (sorta di osterie sparse lungo le principali vie di trasposto dove i vetturali e i carrettieri trovavano alloggio per sé e per le loro bestie). Qui, quindi, i carrettieri si incontravano con gli altri e spesso, per diletto, intonavano dei canti e organizzavano delle gare canore sfidandosi a chi conoscesse il canto più bello o a chi possedesse la migliore cadenza. A chiudere ciascuna esecuzione vi era la cosiddettachiamata, cioè due versi endecasillabi introdotti liberamente dal cantore per invitare un altro sfidante, oppure gli ultimi due versi contenevano il ringraziamento per l’ascolto, le scuse per una non buona esecuzione o indicavano la provenienza del canto o dell’esecutore. Anche in occasione di feste o fiere paesane, il carrettiere ne approfittava per mettersi in mostra: bardava a festa cavallo e carretto, indossava costumi tradizionali e si esibiva con le sue capacità canore. I carrettieri più orgogliosi affinavano le loro abilità confrontandosi con i più esperti maestri e quindi tramandarono una vera e propria arte, il cui codice espressivo sembrava conosciuto e condiviso da carrettieri di diversi paesi. Così l’arte dei cantori della carrettiera è giunta fino a noi, tramandata di voce in voce e mantenuta in vita ormai da pochi esempi, figli o parenti di anziani carrettieri.
Questo tipo di canti appartengono alla categoria poetica definita strambotto, composta per lo più da 8 endecasillabi in rima alternata, ma esistono anche strofe da 6-10 versi, rare quelle composte da 4 o 12. L’esecuzione canora richiede grande abilità, voce poderosa e corretta, la libertà melodica è concessa ma il ritmo rientra sempre entro precisi schemi metrici, anche l’articolazione respiratoria (il respiro che interrompe la melodia) scandisce precise pause e dà al canto un ricercato valore strutturale. Il repertorio è tratto da vari temi: dal testo religioso a quello amoroso, dal canto del carcerato ai canti di lavoro. (Fonte testo: Scheda Rei – regione Sicilia)

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Scheda tecnica elaborata da: Regione Sicilia – Dipartimento dei beni culturali e dell’identità siciliana – CRicd: Centro regionale per l’inventario, la catalogazione e la documentazione e filmoteca regionale siciliana

Registro Eredità Immateriali

N. Prog. 33
Bene: Cantori alla Carrettiera
Libro: REI – Libro delle espressioni
Data approvazione: 25-01-2006
Categoria: Espressione musicale
Provincia: Palermo
 
Comune: Bagheria
Denominazione locale: La canzuna a la carrittera
 
 
 
Attori
Gli esecutori del canto sono i carrettieri, mestiere ormai estintosi, ma di cui persiste l’arte canora tramandata di voce in voce. Ancora oggi alcuni figli o parenti di anziani carrettieri sanno eseguire i melodici “canti della carrettiera”.
Il carrettiere era un trasportatore di merci per conto di terzi, mettendo a disposizione i propri mezzi (il carretto e il cavallo, o il mulo per i meno abbienti). Alcuni lavoravano alle dipendenze di un proprietario di carretti.
 
Descrizione
I carrettieri, durante il percorso per la consegna delle merci, sostavano, per il riposo o per rifocillarsi, neifondaci (sorta di osterie sparse lungo le principali vie di trasposto dove i vetturali e i carrettieri trovavano alloggio per sé e per le loro bestie). Qui, quindi, i carrettieri si incontravano con gli altri e spesso, per diletto, intonavano dei canti e organizzavano delle gare canore sfidandosi a chi conoscesse il canto più bello o a chi possedesse la migliore cadenza. A chiudere ciascuna esecuzione vi era la cosiddettachiamata, cioè due versi endecasillabi introdotti liberamente dal cantore per invitare un altro sfidante, oppure gli ultimi due versi contenevano il ringraziamento per l’ascolto, le scuse per una non buona esecuzione o indicavano la provenienza del canto o dell’esecutore. Anche in occasione di feste o fiere paesane, il carrettiere ne approfittava per mettersi in mostra: bardava a festa cavallo e carretto, indossava costumi tradizionali e si esibiva con le sue capacità canore. I carrettieri più orgogliosi affinavano le loro abilità confrontandosi con i più esperti maestri e quindi tramandarono una vera e propria arte, il cui codice espressivo sembrava conosciuto e condiviso da carrettieri di diversi paesi. Così l’arte dei cantori della carrettiera è giunta fino a noi, tramandata di voce in voce e mantenuta in vita ormai da pochi esempi, figli o parenti di anziani carrettieri.
Questo tipo di canti appartengono alla categoria poetica definita strambotto, composta per lo più da 8 endecasillabi in rima alternata, ma esistono anche strofe da 6-10 versi, rare quelle composte da 4 o 12. L’esecuzione canora richiede grande abilità, voce poderosa e corretta, la libertà melodica è concessa ma il ritmo rientra sempre entro precisi schemi metrici, anche l’articolazione respiratoria (il respiro che interrompe la melodia) scandisce precise pause e dà al canto un ricercato valore strutturale. Il repertorio è tratto da vari temi: dal testo religioso a quello amoroso, dal canto del carcerato ai canti di lavoro.
Bibliografia
CRICD. 2004. Bollettino della nastroteca. Eventi e documenti. A cura di Orietta Sorgi. Palermo: CRICD
 
1991. I carrettieri. A cura di Elsa Guggino. Palermo: Archivio delle tradizioni popolari siciliane.
Sitografia
 
 
Discografia
Garofalo G; Di Salvo Giovanni; Vaina Pierre (a cura di)
2006   Canzuna a la carrittera. I cantori di Bagheria (Sicilia), da FontiMusicali, Bruxelle (compact disc fmd 230 con libretto di 36 pagine; testi in francese, inglese e italiano)
Note
 
Autore Scheda: Mariangela Riggio
cantori alla carrettiera
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