Biblioteca Fardelliana
La Biblioteca Fardelliana fu fondata il 21 aprile 1830 da Giambattista Fardella, della famiglia dei Marchesi di Torrearsa , militare di alto rango e noto politico (fu ministro della guerra del Regno delle Due Sicilie) ma soprattutto, per quel che ci riguarda, uomo amante della cultura, collezionista di opere d’arte e appassionato bibliofilo.
In quell’anno la Biblioteca fu aperta al pubblico con il nome di “Pubblica Biblioteca Comunale del Capovalle di Trapani”, dotata della prestigiosa raccolta di libri personale di Giambattista Fardella, costituita da pregevoli manoscritti, incunaboli e cinquecentine. La sede fu il Palazzo della Compagnia dei Bianchi che, nel 1826, in seguito allo scioglimento della Confraternita, cedette il piano superiore del suo edificio al Comune con il vincolo di provvedere al restauro dell’immobile e di allocarvi una biblioteca.
Già a pochi mesi dall’apertura fu rinominata Biblioteca Fardelliana, in onore al suo fondatore.
Nel marzo 1831 si decise di raggruppare la Biblioteca Comunale con la biblioteca di proprietà provinciale, unendo così il nucleo iniziale, costituito dai numerosi libri e carteggi raccolti dal Generale Fardella, al consistente fondo librario istituito fin dal 1825 da un altro nobile trapanese, Giuseppe Maria Berardo XXVI di Ferro, presso il convento degli Agostiniani Scalzi.
Nel 1881 Giovanni Battista Fardella, Sindaco della città di Trapani, pronipote del Generale Fardella, con testamento istituì un legato a favore della Biblioteca Fardelliana, con il quale si poté gestire l’istituzione culturale. Per l’amministrazione si costituì un Ente Morale il 9 settembre 1889 e, con lo stesso decreto, si approvò il suo Statuto. (Fonte: Biblioteca Fardelliana)
sito web: http://www.bibliotecafardelliana.it/biblioteca/la_biblioteca.html
Dal 1860 la Biblioteca è ospitata nella chiesa trecentesca di S. Giacomo Maggiore, al cui interno, nella “Sala Fardella”, sono conservate delle colonne arabe provenienti dalla chiesa di San Rocco. La biblioteca conserva circa 152 mila documenti tra manoscritti antichi miniati, incunaboli, corali, i carteggi di Antonio Scontrino, Vincenzo Fardella di Torrearsa, Giuseppe Polizzi, Alberto Buscaino Campo e Nunzio Nasi nonché l’archivio del Senato cittadino. Il testo più antico è un incunabolo di Sant’Agostino stampato a Colonia nel 1467.
Tutte le foto sono di Ignazio Caloggero
Inserimento scheda: Ignazio Caloggero
Foto: Ignazio Caloggero
Contributi informativi: Ignazio Caloggero, Web
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