Assedio del Castello di Sperlinga
Descrizione

Assedio del Castello di Sperlinga

 

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Scheda tecnica elaborata da: Regione Sicilia – Dipartimento dei beni culturali e dell’identità siciliana – CRicd: Centro regionale per l’inventario, la catalogazione e la documentazione e filmoteca regionale siciliana

Registro Eredità Immateriali

N. Prog. 41
Bene: Assedio del Castello di Sperlinga
Libro: REI – Libro delle celebrazioni
Data approvazione: 08-05-2006
Categoria: Rappresentazione/Spettacolo
Provincia: Enna
 
Comune: Sperlinga
 
Notizie Cronologiche
Dal 1266 al 1282 la Sicilia è sotto la dominazione degli Angioini, avvertiti come oppressori stranieri, soprattutto a causa della generalizzata riduzione delle libertà baronali e dell’opprimente politica fiscale. La capitale viene spostata a Napoli facendo della Sicilia una provincia.
Il 30 marzo 1282, giorno del lunedì dell’Angelo, sul sagrato della Chiesa del Santo Spirito di Palermo, in concomitanza con la funzione serale dei Vespri, accadde un fatto che fece degenerare il malcontento in rivolta. Secondo la ricostruzione storica, a scatenare l’episodio fu la reazione al gesto di un soldato dell’esercito francese, il quale si era rivolto in maniera irriguardosa a una giovane nobildonna accompagnata dal consorte, mettendole le mani addosso con il pretesto di doverla perquisire. A difesa di sua moglie, lo sposo riuscì a sottrarre la spada al soldato francese, uccidendolo. Tale gesto costituì la scintilla che dette inizio alla rivolta: nel corso della serata e della notte che ne seguì i palermitani, al grido di “Mora, mora!”, si abbandonarono a una vera e propria “caccia ai francesi”, che dilagò in breve tempo in tutta l’isola, trasformandosi in una carneficina. I pochi francesi che sopravvissero al massacro vi riuscirono rifugiandosi nelle loro navi, attraccate lungo la costa.
Sulla terraferma l’unico luogo presso cui i soldati di Carlo I d’Angiò trovarono rifugio fu il Castello di Sperlinga. I soldati angioini rifugiatisi nel Castello di Sperlinga, capeggiati da Petro de Alemanno (proprietario dello stesso castello), resistettero circa un anno all’assedio dei siciliani e dell’esercito aragonese.
Ricorrenza: Annuale
Data: 16 Agosto
Occasione: Rievocazione storica dell’assedio del Castello di Sperlinga
Funzione: Celebrativa
Attori: Dame e cavalieri in abiti d’epoca rappresentanti le famiglie nobiliari che hanno dominato il Castello di Sperlinga.: 
Partecipanti: Comunità locale e turisti. 
Descrizione
Il 16 agosto di ogni anno, sin dalla mattina, le strade e le piazze del paese sono animate dagli spettacoli di sbandieratori, musicisti, saltimbanchi e falconieri. Nel pomeriggio ha inizio la sagra, con la distribuzione di vari prodotti locali tra i quali spicca il “Tortone”, un dolce tipico fatto di farina impastata e lievitata, olio d’oliva e cosparso di zucchero e cannella. Nel contempo ha inizio il corteo storico, formato da dame e cavalieri in abiti d’epoca, rappresentanti le famiglie nobiliari che hanno dominato il Castello di Sperlinga. Nel corso della serata, nella piazza antistante il castello, maestri d’armi inscenano gesta eroiche, richiamando l’episodio dell’assedio del castello, che ha reso nota Sperlinga durante la Rivoluzione del Vespro. Alla manifestazione prendono parte circa trenta delegazioni dei paesi facenti parte delle terre gallo-italiche. Il tutto si conclude ai piedi del castello medievale con la rievocazione storica del Vespro siciliano, l’elezione della dama dei castelli di Sicilia ed i fuochi piro-musicali.
Bibliografia
Amari, Michele. 1843. La guerra del vespro siciliano, o un periodo delle istorie siciliane del secolo XIII.Parigi: Baudry.
 
Pitrè, Giuseppe. 1987. Il Vespro Siciliano nelle tradizioni popolari della Sicilia. Pozzallo: Cultura Nuova Libri.
 
Correnti, Santi. 1998. Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità della Sicilia. Roma: Newton & Compton.
 
 
 
Note
Attorno all’episodio dell’assedio del Castello di Sperlinga circolano diverse leggende. La più conosciuta è quella che narra che i soldati angioini fuggitivi o che si camuffavano tra gli isolani venivano scoperti con il seguente stratagemma: venivano loro mostrati dei ceci e veniva loro chiesto di pronunciarne il nome; essendo cìciri la pronuncia di tale parola nella lingua siciliana, gli Angioini venivano facilmente traditi dalla loro pronuncia francese (sciscirì) e dunque immediatamente uccisi.
Nella seconda porta di ingresso, all’interno del castello, si legge il singolare motto Quod Siculis placuit, sola Sperlinga negavit (“Ciò che fu stabilito dai Siciliani, solo Sperlinga lo negò”), proprio perché Sperlinga fu la sola città siciliana che non partecipò al generale moto antifrancese del Vespro.
Tra i popolani siciliani veniva soprannominato “Sperlinga” il tipo solitario che non legava bene con i compagni.
Autore Scheda: Paola Barbata
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