Arte del Carradore di Antonio Vasile
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Descrizione

Arte del Carradore di Antonio Vasile

 

 

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Scheda tecnica elaborata da: Regione Sicilia – Dipartimento dei beni culturali e dell’identità siciliana – CRicd: Centro regionale per l’inventario, la catalogazione e la documentazione e filmoteca regionale siciliana 

 

Registro Eredità Immateriali

N. Prog. 126
Bene : Arte del Carradore di Antonio Vasile
Libro: REI – Libro dei saperi
Data approvazione : 02-03-2009
Categoria : Tecnica artigiana
Provincia : Ragusa
Comune : Santa Croce Camerina
 
 
 
 
 
Funzione : Carradore
 
 
Descrizione
Il carradore rappresenta solo una delle tante figure che concorrono alla realizzazione di un carretto, opera di tipo collettivo le cui numerose e articolate fasi di intervento ne giustificano le lunghe tempistiche e gli elevati costi di produzione. Il carradore però è l’artefice principale del carro, costruendone nella sua bottega sia le parti fondamentali, quali cassa, ruote e stanghe, ma anche ogni parte accessoria in legno al fine di realizzare un veicolo il più solido e resistente possibile. Durante il processo di lavorazione occorrono grandi quantità di legname ben stagionato, si usa: frassino per i raggi delle ruote e per i pioli, noce o olmo per il mozzo e le corone delle ruote, abete per le fiancate e la cassa, oppure anche pioppo se quest’ultima è destinata a trasportare carichi pesanti, faggio per le stanghe, le mensole, il portello posteriore e i tavolati.
Nel processo di costruzione la realizzazione delle ruote costituisce la prima fase nonché la più difficile ed impegnativa per il carradore, dalla cui accuratezza e precisione di realizzazione delle varie parti dipendono la stabilità, l’equilibrio, la mobilità e la possibilità di carico del mezzo. Devono essere rispettati criteri di precisione e perfezione simmetrica nella determinazione delle misure e delle forme non meno che nell’opera di assemblaggio.
Il mozzo, miuolu, elemento centrale di forma cilindrica, viene realizzato sul banco di lavoro, vancu ca morsa, con 12 fori radiali, pirciari u miuolu, che accolgono ad incastro altrettanti raggi, iammuzzi, sbozzati con ascia e rifiniti con la raspa i tagghiu. Al centro longitudinalmente il carradore pratica un foro di forma troncoconica dove inserirà la bronzina, ùsciula, destinata ad accogliere l’asse, realizzata dal fonditore. Sei corone, cùibbi, costituiscono la circonferenza con un diametro di circa un metro e mezzo. Segue l’operazione di cerchiatura della ruota che deve essere eseguita con grande rapidità, un’efficiente organizzazione e la mobilitazione di tutta la manodopera disponibile.
L’artigiano prepara una serie di pietre disposte a giro internamente ed esternamente al cerchione in ferro e su questo colloca segatura e piccoli pezzi di legno a cui dà fuoco, col calore l’anello si dilata e, quando diventa sufficientemente incandescente, viene collocato sulla ruota e assestato per mezzo di particolari ganci, cagni, mentre si versa abbondante acqua affinché si raffreddi velocemente contraendosi, in questo modo si serra alla ruota a cui rimane perfettamente saldato.
Terminata la realizzazione delle ruote il carradore può dedicarsi alla struttura del carretto vera e propria: dai tronchi grezzi inizia a struncari a lignami con una sega, in pezzi di varie misure in base alla loro destinazione d’uso. E’ infatti lo stesso committente a indicarne, per così dire, il modello in base al suo futuro utilizzo: il carro veniva utilizzato soprattutto per trasportare prodotti agricoli, concime, materiale da costruzione ma anche persone, spesso infatti rappresentava l’unico mezzo di spostamento di intere famiglie.
Un bastone di legno lungo 1,40 m contrassegnato da 6 tacche equidistanti, u sei paimmi, rappresenta l’unità di misura in base alla quale si determinano tutte le dimensioni delle varie parti del carro.
Il carradore costruisce la cassa fissando due tavole ai lati di tre travetti paralleli,chiumazzieddi, e in senso perpendicolare ad essi. La tavola centrale, lista, viene successivamente incastrata a colpi di mazza. Il fondo così ottenuto viene rinforzato con due travetti, contrachiumazzieddi. Inseriti i pioli, barruna, negli appositi fori alle estremità dei travetti, l’artigiano colloca la tavola laterale, masciddaru. Il fabbro-ferraio, la cui bottega è sempre prossima a quella del carradore, nel frattempo costruisce man mano tutte le parti metalliche. Quando l’asse è pronto, il carradore lo incassa nella cascia ri fusu e lo completa di mensole per agganciarlo poi alle stanghe, aste. Stanghe e asse vengono poi fissate sul fondo della cassa che in questa fase di lavorazione è in posizione capovolta. Collocate le ruote il carro viene raddrizzato e rifinito con la tavola anteriore, la tavola e il portello posteriori della cassa, con la chiave anteriore e posteriore, con il freno, azionato per mezzo di una crociera posta sotto la parte posteriore della cassa, che viene comandata con una catena. Durante la lavorazione molte superfici sono scolpite dallo stesso carradore, altre invece dallo scultore. A questo punto il carro “in frasca” è pronto per essere dipinto e passare nelle mani del pittore decoratore.
Il carro realizzato da Antonio Vasile è ascrivibile alla tipologia catanese, diffusa in tutta la Sicilia Orientale, i cui elementi distintivi sono: l’asse delle ruote incassato in un travetto di legno scolpito e dipinto, cascia ri fusu, ornato con arabeschi in ferro battuto sormontato da mensole di legno; due pioli alle estremità e uno centrale in ferro che suddividono i laterali della cassa di forma rettangolare in due riquadri, scacchi.
Bibliografia
Buttitta, Antonino e Antonio Cusumano. 1988. I costruttori e gli scultori di carri, in Buttitta, Antonino, a cura di. Le forme del lavoro: mestieri tradizionali in Sicilia. Palermo: Flaccovio Editore.
 
Capitò, Giuseppe. 1978. Il carretto siciliano. Palermo: Sellerio Editore.
 
Carcasio, Maria, a cura di. 1991. Il legno, il ferro, il colore. Catalogo della mostra itinerante sul carro siciliano. Palermo: Arti Grafiche Siciliane.
 
D’Agostino, Gabriella, a cura di. 1991. Arte popolare in Sicilia: le tecniche, i temi, i simboli. Palermo:Flaccovio Editore.
 
 
 
Autore Scheda : Maria Rosaria Paterno’
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