Area Fortificata del Castello Medievale
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Descrizione

Area Fortificata del Castello Medievale

Foto: Ignazio Caloggero

Mappa multimediale con tutti i siti interessati: Archivio Segesta 

Intorno alla fine del XII inizi del XIII secolo, una dimora feudale fu costruita nel punto più alto del sito, nonché, nelle sue immediate vicinanze, una chiesa triabsidata.
Durante la prima fase di costruzione del dongione furono inglobate e riutilizzate strutture preesistenti: muri ‘tardoromani’ e ambienti del periodo islamico dell’abitato (inizi del XII secolo). Pochi decenni dopo la sua fondazione (1220-1250 ca.), l’edificio venne ristrutturato (forse in seguito ad un incendio) ed ingrandito con la costruzione di ambienti nuovi (lato ovest). Intorno alla metà del XIII secolo, prima il villaggio e poi il castello vennero abbandonati e mai più rioccupati.
Notizie storiche:
1293 – castrum Calatabarberi – Acta Siculo-Aragonensia, I, 1, pp. 231-232,
doc. CCLXXVI.
1328 – i fines Calatabarbari sono citati come limiti del territorio del casale di Arcudaci – ASPA, Archivio Belmonte 1038, e. 15 (Bresc Bresc 1977, p. 352 e n. 13).
1442 (aprile 26) – tre abitanti di Calatafimi fanno costruire una chiesa in monte vocato de Barberu … sub vocabulo Sancii Leu – ASTP, notaio Milo (Bresc Bresc 1977, p. 352). ,
1558 – chiesa di Santa Maria – Fazello, I, VII, IV, p. 346.
Il dongione (m 19,5 x 17,5 nella sua fase finale) fu costruito secondo un preciso progetto architettonico, con una scelta accurata e differenziata (a seconda dell’uso) delle pietre, dei rivestimenti e delle pavimentazioni. Esso era diviso in due piani e non doveva superare i dieci metri di altezza. Si accedeva al piano terra da un ingresso posto sul lato occidentale ed al piano superiore attraverso una scala lignea posta sul lato orientale.
Le stanze dei due piani erano coperte con volte a botte ed erano articolate intorno ad un cortile centrale mattonato sul quale si affacciano gli ingressi del piano terreno e le bifore del primo piano. Il cortile presenta al centro un ‘tombino’ circolare dal quale si diparte una tubatura fittile che convogliava l’acqua piovana non verso l’esterno ma sicuramente verso la cisterna situata all’interno del recinto castrale.
Il castello, riscoperto grazie allo scavo archeologico condotto da A. Molinari del Dipartimento di archeologia e storia delle arti dell’Università di Siena, è stato inserito nel percorso di visita del parco di Segesta, dopo un graduale restauro finalizzato alla conservazione delle strutture monumentali.

Inserimento scheda: Ignazio Caloggero

Contributi informativi:  Web, Regione Sicilia

Foto: Di User:Matthias Süßen – Opera propria, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=22000331 / Ignazio Caloggero

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