Antonino Amato: Maestro Argentiere
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Scheda tecnica elaborata da: Regione Sicilia – Dipartimento dei beni culturali e dell’identità siciliana – CRicd: Centro regionale per l’inventario, la catalogazione e la documentazione e filmoteca regionale siciliana
Negli stessi anni conosce l’Avv. Catinella, conoscitore della storia delle maestranze, per il quale realizza i primi restauri specializzandosi nel settore.
Per dodici anni si impegna nella realizzazione di argenteria seriale presso l’azienda di Argenti Di Cristofalo, ma non soddisfatto del suo ruolo e incoraggiato dai familiari, intorno agli anni ‘60 decide di mettersi in proprio inaugurando la sua prima bottega in via Ambra n. 3 in cui si specializzerà prevalentemente nella realizzazione di manufatti di argenteria liturgica. Nel 1974 ottiene la licenza e il marchio, una stella seguita dal numero 102 PA. Dal 1976 trasferisce il proprio laboratorio presso Palazzo Pantelleria, in piazza Giovanni Meli n. 5, in cui ancora oggi lavora con il suo staff coadiuvato dalle figlie Angela e Maria Maddalena nate dal matrimonio con Rosaria Saccone. Dal 2011 è “Tesoro Umano Vivente”.
E’ durante il suo apprendistato presso la bottega del nonno materno che il giovane Antonino prende consapevolezza del suo interesse per l’attività di argentiere e, forte di una straordinaria manualità, acquista precocemente una particolare sensibilità nell’esecuzione formale di preziosi manufatti. Nel suo laboratorio, oggi uno dei più conosciuti in Sicilia e non solo, convergono saperi antichi e moderni che sfociano in creazioni d’oggetti d’arte in forme e stili tradizionalmente diffusi in Sicilia, sia per privati che per alte committenze ecclesiastiche, inserendosi nella realtà siciliana anche in occasione di importanti restauri. Tra quelli personalmente eseguiti dal maestro si ricordano: la Lampada pensile della cappella di S. Rosalia della Cattedrale di Palermo realizzata in collaborazione con il maestro cesellatore Giuseppe Scafidi, il Manto della Madonna Immacolata di Caltanissetta, il busto in rame della Madonna della Cintura della Chiesa di S. Nicolò di Tolentino a Palermo, la cornice d’argento della Madonna dei Miracoli di Collesano, l’Urna di San Giacomo a Caltagirone, l’Urna di San Giusto di Misilmeri e nel 1997, in collaborazione con il maestro cesellatore Benito Gelardi, la Statua della Madonna della Mercede di Palermo.
Nonostante il progresso tecnologico abbia mutato le procedure tecniche di realizzazione, nella bottega del maestro è ancora possibile assistere alle antiche tecniche artistiche dell’osso di seppia (ormai quasi soppiantata dalla microfusione), dell’agemina, della filigrana, della granulazione, dell’incisione, dello sbalzo e del cesello.
Gli stessi attrezzi da lavoro come bulini, filiere, fustelle e stampi, oggi prodotti da industrie specializzate, vengono ancora personalizzati a mano per conferire alle creazioni un tocco unico e personale. A questo si accompagna spesso un variegato revival di stili dal barocco, al rococò, al neoclassicismo a seconda della richiesta del committente (proprio come accadeva nelle botteghe delle antiche maestranze). La sua prestigiosa manualità lo annovera, oggi come uno dei maggiori maestri prosecutori dell’antica maestranza palermitana attiva a Palermo dal lontano 1447.
Inserimento scheda web: Ignazio Caloggero
Foto:
Contributi informativi: Ignazio Caloggero/ Web
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